venerdì 26 giugno 2009

Annuncio Celeste (ultima parte) - Lettura guidata all’opera di Galileo Galilei nell’Anno Internazionale dell’Astronomia

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Il Sidereus Nuncius di Galileo Galilei, pubblicato la prima volta a Venezia nel 1610, ha segnato un vero e proprio punto di svolta nella storia della filosofia e della scienza, sia per le provocazioni che sollevava alle antiche concezioni del cosmo, sia per l'impiego di un nuovo strumento: il telescopio.
Proviamo a rileggere e a commentare alcuni passi di questa opera. Scriveva Galileo:
Grandi cose per verità in questo breve trattato propongo all'osservazione e alla contemplazione di quanti studiano la natura. Grandi, dico, e per l'eccellenza della materia stessa, e per la novità non mai udita nei secoli, e infine per lo strumento mediante il quale queste cose stesse si sono palesate al nostro senso.
[…] Ma quel che di gran lunga supera ogni meraviglia, e principalmente ci spinse a renderne avvertiti tutti gli astronomi e filosofi, è l'aver scoperto quattro astri erranti, da nessuno, prima di noi, conosciuti né osservati, che, a somiglianza di Venere e Mercurio intorno al Sole, hanno le loro rivoluzioni attorno a un certo astro cospicuo tra i conosciuti, ed ora lo precedono ora lo seguono, non mai allontanandosene oltre determinati limiti. E tutte queste cose furono scoperte e osservate pochi giorni or sono con l'aiuto d'un occhiale che io inventai dopo aver ricevuto l'illuminazione della grazia divina.

E più avanti aggiungeva:
[…] poiché ora seguono (i quattro astri medicei, come li chiamava lo stesso Galileo), ora precedono Giove ad uguali intervalli e si allontanano da esso solo ben poco spazio ora verso oriente ora verso occidente, e lo accompagnano sia nel moto retrogrado che nel diretto, a nessuno può nascer dubbio che compiano attorno a Giove le loro rivoluzioni, e nello stesso tempo effettuino tutti insieme con periodo dodecennale il lor giro intorno al centro del mondo.

L’esistenza di quattro oggetti che orbitano attorno a Giove era la prova incontrovertibile che non tutti gli oggetti celesti girano intorno alla Terra. Se quelle lune tanto distanti orbitano intorno a Giove, ignorando la Terra, è difficile pensare che questa sia davvero il centro dell’Universo.
Il telescopio e il metodo scientifico furono le potenti armi utilizzate da Galileo per affermare la rivoluzione copernicana e abbattere la visione aristotelica del cosmo. Le sue osservazioni lo convinsero che Aristotele si sbagliava e che la ragione stava dalla parte di Copernico!
Purtroppo le sue ricerche scientifiche sconfinavano nel territorio della teologia… ma questo è un altro capitolo della storia, a cui dedicheremo un post a breve.
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi. – Marcel Proust

giovedì 25 giugno 2009

Annuncio Celeste (terza parte) - Lettura guidata all’opera di Galileo Galilei nell’Anno Internazionale dell’Astronomia

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Il Sidereus Nuncius di Galileo Galilei, pubblicato la prima volta a Venezia nel 1610, ha segnato un vero e proprio punto di svolta nella storia della filosofia e della scienza, sia per le provocazioni che sollevava alle antiche concezioni del cosmo, sia per l'impiego di un nuovo strumento: il telescopio.
Proviamo a rileggere e a commentare alcuni passi di questa opera. Scriveva Galileo:

Grandi cose per verità in questo breve trattato propongo all'osservazione e alla contemplazione di quanti studiano la natura. Grandi, dico, e per l'eccellenza della materia stessa, e per la novità non mai udita nei secoli, e infine per lo strumento mediante il quale queste cose stesse si sono palesate al nostro senso.
[…] Inoltre non mi pare si debba stimar cosa da poco l'aver rimosso le controversie intorno alla Galassia, o Via Lattea, e aver manifestato al senso oltre che all'intelletto l'essenza sua; e inoltre il mostrare a dito che la sostanza degli astri fino a oggi chiamati dagli astronomi nebulose è di gran lunga diversa da quel che si è fin qui creduto, sarà cosa grata e assai bella.
E più avanti aggiungeva:

[…] Quello che in terzo luogo osservammo è l'essenza o materia della Via LATTEA, la quale attraverso il cannocchiale si può vedere in modo così palmare che tutte le discussioni, per tanti secoli cruccio dei filosofi, si dissipano con la certezza della sensata esperienza, e noi siamo liberati da sterili dispute. La GALASSIA infatti non è altro che un ammasso di innumerabili stelle disseminate a mucchi; ché in qualunque parte di essa si diriga il cannocchiale, subito si offre alla vista un grandissimo numero di stelle, parecchie delle quali si vedono abbastanza grandi e molto distinte, mentre la moltitudine delle più piccole è affatto inesplorabile.

E’ interessante notare come Galileo usi indifferentemente i due termini Via Lattea e Galassia. Anticamente infatti erano sinonimi; solo in tempi recenti è invalsa l’abitudine di chiamare Via Lattea la debole striscia visibile ad occhio nudo e Galassia la totalità del sistema stellare a cui appartiene i Sistema Solare.
Per molti popoli, anche di diverse etnie come i Vichinghi e gli Incas, la Via Lattea era la strada che conduceva alla dimora degli dei. Per gli egiziani era il corpo sinuoso della dea Nut (il Cielo), separata dal marito Geb (la Terra) per opera del dio Ra (il Sole). Per gli indiani Navajo la Via Lattea è Yakàisdàni, colei che attende l’alba. Per i boscimani, popolo nomade che vive nel deserto del Kalahari, rappresenta il fumo di un fuoco acceso da una donna per indicare la strada al suo uomo disperso nella notte senza Luna. Secondo una prima mitologia greca, quel chiarore che “…biancheggia tra’ poli del mondo…” sarebbe il latte uscito dal seno divino di Era mentre allattava l’infante Eracle; secondo un altro mito rappresenta invece “…la strada che mal non seppe carreggiar Fetòn…” con il carro del Sole. Secondo un bellissimo mito cinese, la Via Lattea altro non sarebbe che un fiume impetuoso che separa due giovani innamorati (la stella Vega e la stella Altair).
Lo stesso Aristotele, il maestro di tutti i filosofi, aveva dubitato della natura celeste di quel chiarore, collocandolo nel mondo sublunare. Finalmente a Galileo fu chiaro cosa fosse questa “…Galassia sì, che fa dubbiar ben saggi…”. Stelle, innumerevoli stelle, che costituiscono la nostra città stellare, la nostra galassia.
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi. – Marcel Proust

mercoledì 24 giugno 2009

Annuncio Celeste (parte seconda) - Lettura guidata all'opera di Galileo Galilei nell'Anno Internazionale dell'Astronomia

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Il Sidereus Nuncius di Galileo Galilei, pubblicato la prima volta a Venezia nel 1610, ha segnato un vero e proprio punto di svolta nella storia della filosofia e della scienza, sia per le provocazioni che sollevava alle antiche concezioni del cosmo, sia per l'impiego di un nuovo strumento: il telescopio.
Proviamo a rileggere e a commentare alcuni passi di questa opera. Scriveva Galileo:


Grandi cose per verità in questo breve trattato propongo all'osservazione e alla contemplazione di quanti studiano la natura. Grandi, dico, e per l'eccellenza della materia stessa, e per la novità non mai udita nei secoli, e infine per lo strumento mediante il quale queste cose stesse si sono palesate al nostro senso.
[…] Bellissima cosa e mirabilmente piacevole, vedere il corpo della Luna, lontano da noi quasi sessanta raggi terrestri, così da vicino come distasse solo due di queste dimensioni; così che si mostrano il diametro stesso della Luna quasi trenta volte, la sua superficie quasi novecento, il volume quasi ventisettemila volte maggiori che quando si guardano a occhio nudo: e quindi con la certezza della sensata esperienza chiunque può comprendere che la Luna non è ricoperta da una superficie liscia e levigata, ma scabra e ineguale, e, proprio come la faccia della Terra, piena di grandi sporgenze, profonde cavità e anfratti.

E’ interessante notare come già ai tempi di Galileo fosse nota con ottima precisione la distanza Terra-Luna in funzione del raggio terrestre; con le moderne misure infatti 384.000 km : 6.370 km = 60,3 raggi terrestri!
Galileo capisce, osservando il nostro satellite con un cannocchiale che gli assicurava 30 ingrandimenti, che la Luna non è affatto perfettamente sferica e levigata come voleva la tradizione aristotelica, ma presenta avvallamenti e montagne. Con un ragionamento concettualmente corretto ma non preciso nelle misure utilizzate, ricavò inoltre che le montagne lunari sono più alte di quelle terrestri.
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi. – Marcel Proust

martedì 23 giugno 2009

Annuncio Celeste (parte prima) - Lettura guidata all’opera di Galileo Galilei nell’Anno Internazionale dell’Astronomia

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Il Sidereus Nuncius di Galileo Galilei, pubblicato la prima volta a Venezia nel 1610, ha segnato un vero e proprio punto di svolta nella storia della filosofia e della scienza, sia per le provocazioni che sollevava alle antiche concezioni del cosmo, sia per l'impiego di un nuovo strumento: il telescopio.
Proviamo a rileggere alcuni illuminanti passaggi di questa opera. Scriveva Galileo:
Grandi cose per verità in questo breve trattato propongo all'osservazione e alla contemplazione di quanti studiano la natura. Grandi, dico, e per l'eccellenza della materia stessa, e per la novità non mai udita nei secoli, e infine per lo strumento mediante il quale queste cose stesse si sono palesate al nostro senso.
Grande cosa è certamente alla immensa moltitudine delle stelle fisse che fino a oggi si potevano scorgere con la facoltà naturale, aggiungerne e far manifeste all'occhio umano altre innumeri, prima non mai vedute e che il numero delle antiche e note superano più di dieci volte.

Più avanti, aggiungeva:
[…] Ma oltre le stelle di sesta grandezza si vedrà col cannocchiale un così gran numero di altre, invisibili alla vista naturale, che appena è credibile: se ne possono vedere infatti più di quante ne comprendano le altre sei differenti grandezze; le maggiori di esse, che possiamo chiamare di settima grandezza o prima delle invisibili, con l'aiuto del cannocchiale appaiono più grandi e più luminose che le stelle di seconda grandezza viste a occhio nudo.


Galileo rimase stupito dal gran numero di stelle visibili con il suo rudimentale telescopio.
E a riprova di quanto visto, rappresentò due zone di cielo.
Nell’asterismo costituito dalla cintura e dallo spadino di Orione vide oltre 500 stelle, più di quaranta entro lo stretto limite delle sei Pleiadi visibili ad occhio nudo!










Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi. – Marcel Proust

lunedì 22 giugno 2009

Eclissi totale di sole: 22 luglio 2009, spedizione in Cina

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E' con una certa emozione che inizio il “conto alla rovescia” per l'eclissi totale di sole del prossimo 22 luglio, quando luna e sole incroceranno i loro percorsi sulla volta celeste, regalando uno degli spettacoli più belli che la natura possa offrire e che cercherò di osservare dal suolo cinese esattamente fra 30 giorni.
Certo in realtà sole e luna non sono di certo paragonabili tra di loro, e per meglio comprendere le differenze di dimensioni ecco una comparazione in scala tra i tre partecipanti all'evento del 22 luglio prossimo. Luna così minuscola rispetto al nostro astro, ma distando mediamente 384.000 km dalla terra viene trovarsi poco meno di 400 volte più vicina del sole, che invece risulta ben distante dalla Terra, posto com'è a circa 150 milioni di km: per una fortuita coincidenza, il sole che è circa 400 volte più grande della Luna ci appare in cielo delle stesse dimensioni del nostro satellite e questa compensazione consente a noi di ammirare questo spettacolo insolito di sovrapposizione.

Ad esempio Marte non è così “fortunato”, come potete vedere da queste immagini scattate dalla sonda Opportunity che riprendono il sole parzialmente eclissato dal satellite Phobos, che però non riesce ad eclissare completamente il sole.

Ci riescono invece i satelliti di Giove, che regalano con regolarità delle visoni di eclissi ed occultazioni a chi osserva con regolarità il pianeta con l'ausilio di un telescopio.

Le eclissi sulla Terra, come è noto, avvengono quando la luna si trova in prossimità di uno dei due nodi della sua orbita: possedendo una orbita inclinata di circa 5°, il nostro satellite incrocia il percorso dell'eclittica solamente in due periodi contrapposti di circa 6 mesi l'uno dall'altro, ed è proprio nei periodi in cui la luna si trova nei pressi dell'eclittica che sono possibili le eclissi, come lo stesso nome del percorso apparente del sole sulla volta celeste fa supporre. La posizione dei nodi non è però costante, tende a “precedere” e cioè avviene una precessione che fa spostate progressivamente il periodo delle eclissi nel corso degli anni. Quello che rende speciale l'eclisse di quest'anno è che il sole si trova a meno di 3 settimane dall'afelio, e quindi ci appare piccolo, mentre la luna è abbastanza vicina al perigeo: insomma tutti gli ingredienti giusti per avere una eclissi di lunga durata!

L'eclissi totale di quest'anno è comunque un evento particolare, almeno per due motivi: si tratta della 37a eclisse del ciclo di Saros N°136, ciclo iniziato nel lontano 1360 e che si concluderà con una eclissi parziale il 30 luglio 2622. Per chi non lo sapesse il Saros è il ciclo lunisolare della durata di poco più di 18 anni (6.585,3 giorni): ad esempio fra poco più di 18 anni, e cioè il 2 agosto 2027 il sole. La luna e la Terra si troveranno nello stesso allineamento, ma questa volta l'eclissi avverrà a longitudini più favorevoli a noi, con l'eclissi totale che sarà visibile dalla vicina Tunisia.
Ma torniamo al ciclo N° 136: a partire dal 1901 e fino al 2045 questo Saros ha offerto ed offrirà eclissi totali particolarmente lunghe, in grado di superare i 6 minuti di totalità. Si tratta quindi di un Saros molto famoso per gli appassionati di eclissi, che come me considerano preziosissimi anche solo pochi secondi in più di totalità.
Si tratta poi di un ciclo di Saros importantissimo per la storia dell'astronomia visto che la 32a eclisse della sua sequenza fu quella della felice spedizione di Arthur Eddington (29 maggio 1919), che confermò sperimentalmente la relatività di Einstein (con qualche polemica, invero), misurando sulle sue lastre fotografiche gli spostamenti delle posizioni delle stelle, situate prospetticamente nelle vicinanze del sole. Questa ulteriore coincidenza rende ancora più affascinante la nostra “spedizione” in Cina, esattamente 90 anni dopo quella di Eddington!

Nelle mappa allegata potete vedere il percorso che l'ombra della luna compierà sul suolo Cinese, ed anche se il massimo della durata (6 minuti e 39 secondi) avverrà in oceano Pacifico, nella zona di Shanghai la totalità sfiorerà la fatidica soglia dei 6 minuti (5 min 57 sec), valore che consentirà comunque di osservare l'eclisse totale più lunga del secolo in corso!
Il luogo da cui cercheremo l'osservazione sarà nei dintorni di Hangzou, presso il Lago Occidentale, sperando che lo specchio d'acqua favorisca un microclima che tenga lontano le nuvole. Purtroppo dal punto di vista climatico non è questa una eclisse favorevole, sicuramente l'ultima cui ho assistito nel 2006 era meno rischiosa (Sahara), diciamo che quella del 1999 in centro Europa poteva avere un rischio meteo paragonabile a questa eclissi cinese. Le altre due eclissi che ho potuto osservare sono state Brasile 1994 e Venezuela 1998, e il totale di minuti di totalità osservati è attualmente fermo a 13m e 40 sec, con la speranza di aumentarlo in un sol colpo di oltre il 35%!

Il momento dell'eclissi è davvero magico, e non si riesce a trasmettere con le parole l'emozione che si prova in quei brevi istanti: resta il ricordo del sole nero, circondato dai pennacchi argentei della corona, luminosi e bianchi come fossero di seta, e una luce scura, elettrica e violacea, che avvolge il cielo fin quasi l'orizzonte, facendo intravedere stelle e pianeti che cingono come brillanti, quasi incoronandolo, il nostro astro oscurato dalla Luna.

venerdì 19 giugno 2009

Il Solstizio d'Estate

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Il 21 giugno, alle ore 7e44 tempo locale, è il solstizio d'Estate, un giorno che riveste un passaggio fondamentale nello scorrere del tempo e nel susseguirsi delle stagioni.
Nel suo passaggio al meridiano, il Sole (che si trova nella costellazione dei Gemelli ai confini delle costellazioni del Toro e di Orione) raggiunge la massima altezza rispetto all'orizzonte: la colatitudine (90°-latitudine) del luogo più l’inclinazione dell’asse della Terra rispetto al piano orbitale (circa 23°30'). In pratica alle nostre latitudini (circa 44°10'), il 21 giugno il Sole si verrà a trovare alle 13e15 (ora del passaggio al meridiano) a 45°50'+23°30'=69°20' sopra l'orizzonte. Al Tropico del Cancro invece il Sole sarà allo zenit.
Il percorso del Sole in cielo sarà il più lungo di tutto l'anno: in Romagna, il Sole sorgerà poco prima delle 05e30 e tramonterà alle 21 circa, rimanendo sopra l'orizzonte ben 15ore e mezza.
E' l'apoteosi della "metà chiara dell'anno" (vedi post del 21 marzo); dal giorno successivo le giornate inizieranno ad accorciarsi, inizialmente di appena 3 secondi poi sempre di più fino ai circa 3 minuti all'equinozio d'Autunno, dove luce e buio si equivarranno!
E' questo anche un periodo che testimonia gli antichi rapporti fra l'Uomo e il Cielo. (vedi post Stonehenge e il solstizio d'Estate)
Durante la prima parte della notte campeggia verso sud-ovest la costellazione della Vergine, la Spigolatrice, con la sua stella più luminosa, Spica; mentre alto sopra l'orizzonte il Pastore, con la sua stella principale Arturo, conduce per il cielo i "septem triones", i sette buoi del Grande Carro.
Giugno, Zogn per noi romagnoli, è il culmine della stagione primaverile, la stagione della rinascita. Giungono a maturazione i primi frutti, il grano inzia ad ingiallire (cita un antico proverbio, tradotto letteralmente dal dialetto: "per San Barnaba (l'11 giugno) il grano perde il piede (la radice); secca di notte quanto di giorno") e si ritorna a celebrare i matrimoni.
Infine legata al solstizio d'Estate è l'altrettanto antica festività di San Giovanni Battista, che viene sei mesi esatti dopo la festa di San Giovanni Evangelista del 27 dicembre, cinque giorni dopo il solstizio d'Inverno. La notte tra il 23 e il 24 giugno era piena di valenze astrali e credenze superstiziose. I defunti scorazzavano ovunque, dal momento che i giorni ”si fermavano” incominciando ad accorciarsi. Le popolane e i popolani cercavano di praticare l’arte divinatoria attraverso la rugiada, la guaza:
Guaza d'San Zvan/ cla è bona pr' corp e pr' e' gran!

lunedì 15 giugno 2009

Conferenza Pubblica su HST a Milano

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In occasione del 2009 Anno Internazionale dell'Astronomia l'INAF-Osservatorio Astronomico di Brera in collaborazione con l'Istituto Lombardo organizza:

I cieli di Brera

un ciclo di conferenze pubbliche, tenute da scienziati che da sempre si sono contraddistinti, oltre che nel settore specifico, anche per le capacità di comunicazione.

Il prossimo appuntamento, in occasione della rassegna "Milano scienza Milano mondo" è:

Mercoledì 17 giugno ore 18:00

c/o la Sala delle Adunanze dell'Istituto Lombardo - Palazzo Brera - via Brera, 28.

L’Universo visto dal Telescopio Spaziale Hubble (HST)
ossia come le più belle immagini mai raccolte dallo spazio hanno cambiato il nostro modo di concepire l’universo

Dr. F. Duccio Macchetto
Space Telescope Science Institute (STScI)

Duccio Macchetto è un astrofìsico e Direttore Associato dello “Space Telescope Science Institute” (STScI). Da Marzo del 2009 è diventato Astrofìsico Emerito allo STScI. Nato a Biella nel 1942, il Dr. Macchetto ricevette il Dottorato in Fisica all’Università di Roma nel 1965. Incominciò la sua carriera nel campo dell’astronomia spaziale con una borsa della “Royal Society” Inglese nel 1968. In Inghilterra costruì esperimenti astronomici per razzi spaziali, e partecipò alla progettazione e alla costruzione del telescopio spaziale “International Ultraviolet Explorer” (IUE) costruito in collaborazione con la NASA. Nel 1973 fu ingaggiato dall’Agenzia Spaziale Europea come responsabile scientifico del progetto IUE. Nel 1975 divenne anche il responsabile scientifico Europeo per il progetto dello “Hubble Space Telescope” (HST). Nel 1983 si trasferisce nello Space Telescope Sciente Institute dove gli vengono affidati diversi incarichi fino a diventare Direttore Associato e responsabile del programma scientifico del telescopio.Da parecchi anni lavora anche al progetto del prossimo grande telescopio spaziale il “James Webb Space Telescope”. Ha più di 400 pubblicazioni scientifiche (delle quali più 200 “refereed” con più di 9000 citazioni) e tecniche in riviste scientifiche internazionali. I suoi interessi scientifici comprendono lo studio di buchi neri, getti e regioni attive al centro delle galassie, lo studio della velocità d’espansione dell’Universo ed i processi di formazione delle galassie. Il Dr. Macchetto è membro di varie accademie internazionali tra le quali la Società Astronomica Italiana, la International Astronomical Union, la American Astronomical Society, la European Astronomical Society (membro fondatore), la International Academy of Astronautics e le società astronomiche dell’Argentina e Olanda. Ha ricevuto numerosi premi tra i quali si distinguono la “Exceptional Scientific Medal” della NASA ed il premio del Presidente degli Stati Uniti per il suo contributo al telescopio IUE.

Il sito web dell’Osservatorio Astronomico di Brera (OAB) è: www.brera.inaf.it

La pagina dedicata alle iniziative dell’OAB per l’Anno Internazionale dell’Astronomia è:
www.brera.inaf.it/annoAstronomia

Preghiamo di dare massima diffusione possibile dell'evento.

Cordiali saluti

Ilaria Arosio
Ufficio POE
Osservatorio Astronomico di Brera

sabato 13 giugno 2009

Siamo stati sulla Luna!

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Ieri sera abbiamo ospitato un gruppo di visitatori all’osservatorio. Cielo quasi perfetto e temperatura gradevole. Dopo aver goduto dell’impareggiabile tramonto di Monteromano e individuato le principali costellazioni del periodo man mano che le stelle “bucavano” la sempre più scura volta celeste, ecco finalmente (stavo quasi preoccupandomi...) la più ricorrente tra le domande: siamo mai andati sulla Luna?
Naturalmente la domanda stessa presuppone quasi sempre l’aver già sposato l’idea che le missioni lunari non sono altro che una messinscena, una colossale bufala!
Non è facile convincere uno scettico e solitamente non ci provo più di tanto; a chi non vuol credere sono inutili tutte le prove. Consiglio però la lettura dell’interessante sito di Paolo Attivissimo su come demolire le argomentazioni di chi sostiene che lo sbarco sulla Luna sarebbe il più grande inganno della storia umana: http://www.attivissimo.net/antibufala/luna/luna_in_sintesi.htm
Per conto mio, in questo post voglio solo aggiungere un punto a favore dello sbarco di esseri umani sulla superficie lunare.
Nel mese di giugno del 2008 sono state pubblicate sul sito dell’agenzia spaziale giapponese (JAXA)le ricostruzioni in 3D del suolo lunare rilevato dalla Terrain Camera a bordo della sonda Kaguya-Selene. Colpisce la quasi perfetta sovrapponibilità del panorama tra l’immagine ottenuta dagli astronauti oltre 35 anni addietro e quella ottenuta appena un anno fa dalla sonda giapponese, sia nel sito di allunaggio della missione Apollo 15 (immagine sopra) che in quello della missione Apollo 17 (immagine sotto).
Unica differenza tra le due coppie di immagini: nella ricostruzione in 3D fatta con la ripresa della camera a bordo della sonda Kaguya non compaiono i sassi e i grossi massi che appaiono nelle riprese degli astronauti. Il motivo è facilmente spiegabile: la risoluzione della Terrain Camera giapponese non le consente di “avvertire” la presenza di oggetti inferiori ai 10 metri, modulo lunare compreso.
Credo sia facile trarre delle conclusioni, anche se… non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire!

giovedì 11 giugno 2009

SHUTTLE ENDEAVOUR : Pronti per la STS-127 !

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E'iniziato oggi il conto alla rovescia per il lancio della navetta Endeavour previsto per Sabato che la vedrà impegnata in una missione di 16 giorni per l'assemblaggio di nuovi moduli della Stazione Spaziale. Attualmente non ci sono problemi tecnici significativi alla rampa del complesso 39A di Cape Kennedy e le previsioni dichiarano il 90 per cento di possibilità di bel tempo per il momento del lancio.

"Il team del lancio e l'equipaggio di volo sono tutti molto entusiasti di essere arrivati al countdown, abbiamo lavorato duramente per arrivare fin qui e siamo tutti ansiosi mettere Endeavour e il suo equipaggio in cammino verso la Stazione Spaziale Internazionale", ha dichiarato il direttore Test NASA, Steve Payne.

"Al momento, Endeavour è in piena regola, il lancio alla rovescia sta procedendo sistematicamente, il tempo sembra cooperare e siamo pronti a veder lanciare questa missione".

Il comandante Mark Polansky, il pilota Douglas Hurley, l'ingegnere di volo canadese Julie Payette, David Wolf, Christopher Cassidy, Thomas Marshburn e l'ingegnere di volo della stazione spaziale Timothy Kopra sono arrivati al Kennedy Space Center di Houston Lunedi per prepararsi per il lancio.

Il conto alla rovescia è iniziato alle 9 di oggi, nel tentativo di lanciare Endeavour alle 7:17:15 am CET di Sabato, quando la rotazione della Terra favorisce l'ingresso sul piano orbitale della ISS dalla rampa di lancio 39A. La navetta ha abbastanza potenza per essere lanciata ed entrare rapidamente in cinque minuti sul piano orbitale della Stazione, ma la NASA ha come obiettivo un'ascesa eseguita in 10 minuti per massimizzare le prestazioni.

Le previsioni meteo sembrano essere ideali per Sabato, con venti leggeri e solo un 10 per cento di possibilità di nubi cumuliformi che potrebbero dare un pò di preoccupazione.

La finestra di lancio di Sabato appare la più favorevole dei tre giorni disponibili e in caso di rinvio si potrebbe prefigurare la situazione di dover ri-programmare la missione dopo il lancio del Lunar Reconnaissance Orbiter.

martedì 2 giugno 2009

Galileo e l’Anno Internazionale dell’Astronomia (IYA2009)

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Non basta guardare, occorre guardare con occhi che vogliono vedere, che credono
in quello che vedono. Galileo Galilei

Il 2009 è l’Anno Internazionale dell’Astronomia (IYA 2009), ormai sono in molti a saperlo, per ricordare un evento che ha cambiato la storia della Scienza e dell’Umanità. Proprio quattrocento anni fa Galileo Galilei perfezionò il cannocchiale ma soprattutto ebbe un’idea straordinaria: rivolgerlo verso il Cielo!
Punto di approdo di una ricerca millenaria che ha caratterizzato la storia di tutte le civiltà ed in particolare di quelle mediterranee, le sue osservazioni astronomiche hanno rivoluzionato la concezione dell'Universo e aperto la strada alla Scienza moderna.
Per capire la genialità di Galileo, dobbiamo tuttavia fare un enorme sforzo: spogliarci delle nozioni che tutti noi abbiamo (vuoi perché studiate a scuola, vuoi perché sentite in conferenze o letto in libri e riviste), nozioni che ormai sono parte del senso comune, del paradigma scientifico moderno. Per noi oggi è facile pensare che la Terra orbita attorno al Sole come tutti gli altri pianeti, che Giove possiede dei satelliti, che la Terra non è affatto al centro dell’Universo e via discorrendo. Ma non è sempre stato così, affatto!
La fisica aristotelica aveva diviso l’Universo in due luoghi nettamente separati:
1) in basso, il mondo terrestre o sublunare, dove regnano il divenire, il mutamento e la corruzione delle sostanze sensibili, mescolanza di 4 semplici elementi (terra, acqua, aria e fuoco);
2) in alto, il mondo celeste o sopralunare, inalterabile, immutabile e caratterizzato dal perfetto moto circolare.
Figlia di questa fisica era la cosmologia antica che aveva trovato la sua massima summa nell’Almagesto di Claudio Tolomeo. Il moto in cielo dei 5 pianeti allora conosciuti (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno), della Luna, del Sole e delle stelle fisse veniva descritto cinematicamente dal movimento di ben 55 sfere.
Per costruire un nuovo modo di fare scienza era necessario abbattere diversi presupposti, le solide fondamenta della fisica e della cosmologia aristotelica-tolemaica:
1) la centralità e l’immobilità della Terra;
2) il carattere necessariamente circolare dei moti celesti e la forma sferica dei suoi oggetti;
3) la convinzione che il moto sia dovuto alla natura dei corpi stessi (un oggetto pesante cade verso il basso, mentre un corpo leggero sale verso l’alto…);
4) il presupposto che la fisica si occupa dei fenomeni sublunari o terreni, mentre la matematica descrive la perfezione dei moti e delle forme celesti.
L’opera di Galileo ha inciso praticamente su tutti questi fronti! Unica eccezione il superamento del carattere circolare dei moti celesti; come tutti ben sanno fu il grande Keplero a capire che le orbite dei pianeti sono ellittiche.
Le sue osservazioni, per altro con un telescopio che definire rudimentale è riduttivo, demolirono l’immagine aristotelica del cosmo:
1) se la Luna presenta montagne e avvallamenti, cade l’ipotesi della perfetta sfericità (simbolo di perfezione) degli oggetti celesti;
2) se Venere presenta le fasi come la Luna, allora non si può muovere attorno la Terra;
3) se attorno a Giove orbitano delle lune, allora vi sono oggetti celesti che hanno un centro orbitale diverso dalla Terra;
4) se il Sole presenta delle macchie, cade l’ipotesi dell’incorruttibilità dei corpi celesti.
I suoi studi sul piano inclinato e sulla caduta dei corpi, che lo portarono alla scoperta del principio di inerzia e del principio di relatività galileiano, spiegavano come mai non ci accorgiamo di muoverci, per altro a grande velocità, e permettevano il superamento della teoria del “luogo naturale” di stampo aristotelico.
Ma la sua più sensazionale scoperta fu l’aver capito che far derivare i concetti dalle esperienze terrene non sminuisce affatto la dignità della razionalità umana. E non solo la fisica si può occupare di ciò che accade in cielo, ma è possibile una determinazione matematica dei fenomeni terrestri. L’Universo è uno solo! Questa si può considerare la prima grande unificazione operata in campo scientifico.
La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta
aperto innanzi a gli occhi (io dico lo Universo), ma non si può intendere se
prima non s'impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne' quali è
scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli,
cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezi è impossibile a
intenderne umanamente parola. - Galileo Galilei
Quello che si afferma con Galileo è l’universalità della scienza, il cui metodo (le “sensate esperienze” con le “matematiche dimostrazioni”) non trova confini nell’indagare l’Universo.

Lutto : Prof. Mario Cavedon, illustre divulgatore

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La notizia odierna è decisamente triste. Non molto tempo fa abbiamo segnalato la perdita del Prof. Paolo Maffei ed ora perdiamo un altro "grande" della divulgazione astronomica italiana.

Autore di molte opere divulgative e fautore della diffusione dei planetari in Italia, il Prof. Cavedon lo troverete spesso citato un pò ovunque, specie se i testi o le riviste sono di produzione italiana.



Molti ricordano "Astronomia" edito da Mondadori, ma l'elenco delle opera del quale è stato co-autore o consulente è decisamente lungo. Come Maffei fece parte del gruppo di astronomi che collaborò alla realizzazione della famosa enciclopedia "ASTRONOMIA: ALLA SCOPERTA DEL CIELO" edita dalla scomparsa casa editrice CURCIO.

Altro volume che invece ricordo di avere sugli scaffali è "DIZIONARIO di ASTRONOMIA E METEOROLOGIA" edito da Rizzoli... nel quale spicca come consulente e revisore generale dell'opera.



Ci uniamo al cordoglio generale.

lunedì 1 giugno 2009

ANNULLATA SERATA A MONTEROMANO

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Causa maltempo persistente e scarse possibilità di miglioramento, viene annullata la serata in osservatorio di questa sera.

Speriamo che le condizioni siamo meno grame nelle prossime occasioni :-(

Restate "sintonizzati" con noi!!!

Eventi del mese - Giugno 2009

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Questi i principali eventi astronomici del mese di giugno 2009.


Luna
7 giugno: Luna piena (ore 20e11 tempo locale)
Distanza Terra-Luna: 403.655 km
Dimensione apparente della Luna: 29'48"
16 giugno: ultimo quarto di Luna (ore 00e14 tempo locale)
Distanza Terra-Luna: 393.270 km
Dimensione apparente della Luna: 30'32"
22 giugno: Luna nuova (ore 21e34 tempo locale)
Distanza Terra-Luna: 358.836 km
29 giugno: primo quarto di Luna (ore 13e28 tempo locale)
Distanza Terra-Luna: 382.150 kmDimensione apparente della Luna: 31'29"
Piogge meteoriche
Nessuna di particolare interesse.
Pianeti
Mercurio, raggiunge la massima elongazione ovest (quindi osservabile ad est poco prima del sorgere del Sole) la mattina del 13 giugno, quando si troverà a quasi 23,5 gradi dalla nostra stella. Tuttavia non sarà facile scorgere il più interno dei pianeti, a causa della sfavorevole inclinazione dell’eclittica verso est.
Venere è visibile per tutto il mese come “stella del mattino”, sempre migliorando la distanza angolare dal Sole e quindi la propria visibilità. Tuttavia a causa della sfavorevole inclinazione dell’eclittica verso est-sudest, non risulta mai troppo alto sopra l’orizzonte nonostante la notevolissima elongazione massima di 46 gradi che viene raggiunta il 5 giugno.
Marte continuerà ad essere fedele compagno di Venere per tutto il mese, non allontanandosi mai più di 5 gradi dal luminoso compagno. Anche in questo mese le condizioni di visibilità non migliorano in maniera significativa; il disco del pianeta rosso rimane appena al di sotto dei 5 secondi d’arco.
Giove è stazionario a metà del mese prima di iniziare il moto retrogrado che lo porterà all’opposizione di metà agosto. Pochi gradi ad est della coda del Capricorno, domina la seconda parte della notte.
Saturno è ancora facilmente osservabile nella prima parte della notte a sud delle zampe posteriori del Leone, tra il Sestante e la Vergine. Gli anelli appaiono sempre più di taglio, tuttavia ancora facilmente osservabili con un buon telescopio amatoriale. Saranno perfettamente di taglio il 4 settembre.
Urano è visibile verso est-sudest nella parte finale della notte, dal momento che anche a fine mese non arriva al meridiano prima che sorga il Sole; Nettuno per tutto il mese continua ad essere molto vicino (meno di 1 grado) al più luminoso Giove. Un’ottima occasione per osservare il più lontano dei pianeti del Sistema Solare che appare come un piccolo disco azzurro in un telescopio amatoriale.
Altri fenomeni
6 giugno: congiunzione Luna-Antares; una Luna quasi piena (disco illuminato al 99%) sorge a sud-est ad appena 3 gradi dalla stella principale dello Scorpione.
13 e 14 giugno: congiunzione Luna-Giove-Nettuno, osservabile nella seconda parte della notte verso sud-est.
20 giugno: bel quadretto la mattina ad est, poco prima del sorgere del Sole. Una Luna calante (disco illuminato al 10%) accompagna Venere, Marte e le Pleiadi; più in basso, difficile da scorgere nelle foschie che sfumano l’orizzonte, c’è anche Mercurio (vedi immagine).
21 giugno: solstizio d'Estate (ore 07e44 tempo locale)
Il Sole raggiunge la massima altezza in cielo, alle nostre latitudini poco meno di 70° sopra l'orizzonte, per cui rimane sopra l'orizzonte il maggior numero di ore nell'arco di una giornata: quasi 15ore e 40minuti. Tuttavia, per effetto della differente velocità orbitale (seconda legge di Keplero), il giorno in cui il Sole sorge prima è il 16 giugno mentre il giorno in cui il Sole tramonta più tardi è il 26 giugno.
Nell'immagine che propongo a fianco è visibile la posizione del Sole il 21 giugno. Il Sole si trova nella costellazione del Toro, ai confini con la costellazione dei Gemelli.
Attività Antares

Lunedì 1 giugno
Serata pubblica Osservatorio Monteromano
“Saturno: le sue lune e i suoi anelli”


Sabato 27 giugno
Serata pubblica Osservatorio Monteromano
“Tour della Via Lattea e dintorni"
By Daniela e Angelo