mercoledì 31 marzo 2010

Luna a barchetta

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Pubblico la foto della Luna “a barchetta”, eseguita da Daniele Mecati il 17 marzo scorso, con una focale equivalente a circa 450 millimetri.
La Luna mostra una sottilissima fase crescente di appena il 3%; è visibile anche la luce cinerea che “schiarisce” la parte del nostro satellite non illuminata direttamente dal Sole (vedere post). Nota bene: quella stessa sera, in basso a sinistra ma fuori dall’inquadratura della ripresa dal momento che si trovava ad una distanza di quasi 14 diametri lunari, era visibile il pianeta Venere.

sabato 27 marzo 2010

Iniziativa contro l'inquinamento luminoso

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100.000 LAYERS

PERFORMANCE SONORA PER L'INSTALLAZIONE
100.000 FILTERS DI GIOVANNI LAMI

a cura di alineH: Giovanni Lami e Francesco Galli

Area Progetto, Galleria Civica di Modena
Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103, Modena
sabato 10 aprile 2010, ore 18:00

http://www.myspace.com/alineh00



Sabato 10 aprile 2010 appuntamento d'eccezione con l'arte contemporanea alla Galleria Civica di Modena in corso Canalgrande 103. A partire dalle 18:00 si svolgerà infatti una performance sonora dedicata all'installazione 100.000 FILTERS di Giovanni Lami, settimo appuntamento della nuova edizione di Area Progetto che pone l'accento sul fenomeno della progressiva perdita della visione incontaminata del cielo da parte dell'uomo, allestita a Palazzo Santa Margherita fino al prossimo 16 maggio.

100.000 LAYERS, a cura di alineH (Giovanni Lami e Francesco Galli), si ispira all'installazione fotografica dell'artista ravennate, e, più in generale, all'idea di cosmo.
Registrazioni ambientali integrate da vaste tessiture di chitarra acustica (processata analogicamente e digitalmente) per un'inedita campitura di suoni fra armonie dissonanti, basse frequenze e rumori di macchine o pseudo-macchine sullo sfondo. Un live che ripropone il clima per certi versi destabilizzante dell'installazione fotografica dove la percezione di cosa sia reale e cosa artificiale è incerta.
L'ingresso è libero.

Area Progetto è un'iniziativa dedicata alla creatività giovanile emergente promossa dalla Galleria Civica di Modena in collaborazione con l'Ufficio Giovani d'Arte del Comune di Modena, a cura di Silvia Ferrari, Serena Goldoni e Ornella Corradini, che a partire dal 2009, grazie alla collaborazione con il GAI, Associazione per il Circuito Giovani Artisti Italiani, interessa tutto il territorio nazionale. Giovanni Lami è stato proposto per la selezione dall'Ufficio Giovani d'Arte del Comune di Ravenna, partner della rassegna. La mostra è prodotta in collaborazione con Dead Meat.

100.000 FILTERS di Giovanni Lami, a cura di Silvia Ferrari, è l'immagine pura e primitiva della volta celeste che si sta riducendo e offuscando a causa dell'inquinamento luminoso delle nostre città e insieme ad essa anche la relazione profonda dell'uomo con l'idea di assoluto, quella tensione verso l'infinito che è parte della nostra stessa identità e ne mette in dubbio la centralità nell'universo.
Questi temi sono sviluppati attraverso una serie di fotografie di grande formato sospese come un grande tetto sulla testa degli spettatori, con l'immagine visibile soltanto dal lato opposto al loro passaggio; la visione delle fotografie è infatti consentita soltanto dalla balconata superiore rispetto al tetto, un espediente che dovrebbe indurre alla presa di coscienza di come la percezione del cielo notturno sia ormai un fenomeno distante dall'uomo e necessiti di un artificio per ritrovarne la purezza.
Visioni del cielo notturno contaminato dalle luci artificiali, immagini di cieli osservati da planetari, la presenza umana che funge da anonimo osservatore, paesaggi urbani illuminati da lampioni, come contrappunto al cielo stellato: nelle fotografie del giovane autore romagnolo, in cui è chiara la matrice paesaggistica del suo lavoro, la relazione tra natura e artificio si esprime in un progetto di grande intensità poetica, capace di far trasparire una presa di posizione anche critica.

Nella foto: Giovanni Lami, particolare dall'installazione 100.000 FILTERS, Area Progetto, Galleria Civica di Modena

orari:
fino al 4 maggio 2010: dal martedì al venerdì 10,30 - 13,00; 16,00 - 19,00 sabato, domenica e festivi 10,30 - 19,00. Lunedì chiuso.
a partire dal 5 maggio 2010: mercoledì - venerdì 10,30 - 13,00; 16,00 - 19,30. Sabato domenica e festivi 10,30 - 19,30. Lunedì e martedì chiuso
Ingresso gratuito

Il progetto è accompagnato da una brochure di mostra con testo critico di Silvia Ferrari e immagini a colori.

Note Biografiche

Giovanni Lami (Ravenna, 1978) consegue la laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari all'ateneo di Bologna, frequenta il corso di fotografia di Guido Guidi all'Accademia di Belle Arti di Ravenna e il corso di fotografia presso l'istituto Europeo di Design (IED) di Roma.
Come fotografo si ispira ai primi grandi paesaggisti e ritrattisti americani, riletti in chiave contemporanea, con uno spiccato interesse per il rapporto tra le persone e il loro contesto. Dal 2003 utilizza esclusivamente fotocamere di grande formato ottenendo immagini di particolare intensità introspettiva.

Francesco Galli studia metodologia e armonizzazine di arpeggi classici e melodici, esercizi pratici e teorici di scale pentatoniche e variazioni ritmiche approcciate allo strumento della chitarra acustica all'Istituto musicale di Riccione; negli alineH cura e compone tutta la parte strumentale di chitarra.


Performace live 100.000 LAYERS a cura di alineH (Giovanni Lami e Francesco Galli), sabato 10 aprile 2010 ore 18:00

Mostra Giovanni Lami 100.000 FILTERS

Sede Galleria Civica di Modena, Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103, Modena

Periodo dal 20 marzo al 16 maggio 2010

Orari
fino al 4 maggio 2010: dal martedì al venerdì 10,30 - 13,00; 16,00 - 19,00. Sabato, domenica e festivi 10,30 - 19,00. Lunedì chiuso.
a partire dal 5 maggio 2010: mercoledì - venerdì 10,30 - 13,00; 16,00 - 19,30. Sabato domenica e festivi 10,30 - 19,30. Lunedì e martedì chiuso

Ingresso libero

Per richiesta testi, approfondimenti e immagini:

Ufficio Stampa Studio Pesci, Bologna
tel. +39 051 269267 www.studiopesci.it, info@studiopesci.it

Ufficio Stampa Galleria Civica di Modena
tel. +39 059 2032883, galcivmo@comune.modena.it

Informazioni Galleria Civica di Modena, c.so Canalgrande 103, 41121 Modena
tel. +39 059 2032911/2032940 - fax +39 059 2032932
www.galleriacivicadimodena.it
Museo Associato AMACI

giovedì 25 marzo 2010

Paolo Farinella (1953-2000), scienziato

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Esattamente il 25 marzo di 10 anni fa, moriva Paolo Farinella, un grande scienziato italiano e un amico. Il prossimo giugno ci sarà a Pisa un congresso internazionale di planetologia per rammentare i molteplici contributi che Paolo ha dato. Per quanto mi riguarda, anche se sono ormai parecchi anni che non faccio più ricerche su meteore e asteroidi, rimane comunque un senso di gratitudine verso Paolo perché non posso dimenticare che quando ero in difficoltà non ha esitato a darmi una mano. Desidero quindi riprendere le parole che scrissi a caldo, il 26 marzo di dieci anni fa, poche ore dopo che Paolo ci aveva lasciato, perché sono parole in cui ancora mi riconosco.

.....................

Bologna, 26 marzo 2000

I reprint sono ammucchiati disordinatamente sul tavolo. Li avevo raccolti per Paolo e avrei dovuto inviarglieli, come periodicamente facevo da quando si era sentito male, lo scorso luglio. Erano lì, in attesa che Paolo si riprendesse dal trapianto cardiaco dell'8 febbraio scorso. Un'operazione effettuata in condizioni critiche, col fisico già debilitato per una lunga attesa. Un arresto cardiaco il giorno precedente al trapianto aveva danneggiato il cervello e, anche se il trapianto aveva avuto successo, le speranze per una piena ripresa di Paolo erano ormai aggrappate a un lumicino. Ieri, 25 marzo 2000, alle 7:30 si è spento anche quell'ultimo lumicino.

Le emozioni sgorgano incessantemente, aggrovigliandosi l'una con l'altra, e mi ritrovo a scrivere per cercare di sublimare la malinconia. È difficile tracciare un quadro completo della vita di Paolo Farinella, specialmente per me che l'ho conosciuto solo negli ultimi anni. Molti altri hanno avuto la fortuna di conoscerlo per un maggiore tempo e possono quindi dare un quadro più ampio. Quando ieri sera Giuseppe [Longo] mi ha chiesto di preparare una pagina web da dedicare a Paolo ho accettato volentieri, anche se sono conscio che posso solo tracciarne un ricordo soggettivo e parziale. Sento però la necessità di scrivere qualcosa per dare un contributo a mantenerne viva la memoria, per raccontare qualcosa di questo uomo così grande, ma dall'aspetto gracile e minuto.


La ricerca scientifica: Paolo Farinella era diventato professore associato all'Università di Trieste dal 1 novembre 1998, ma il suo cuore era rimasto a Pisa, dove aveva svolto gran parte della sua attività di ricerca e dove aveva molti carissimi amici. Paolo era anche membro della Division of Planetary Science of the American Astronomical Society e della International Astronomical Union (IAU). Era inoltre nel comitato editoriale delle riviste scientifiche internazionali Icarus e Meteoritics & Planetary Science. Per la sua attività di ricerca scientifica, nel 1987 gli era stato intitolato l'asteroide (3248): la motivazione cita le ricerche di Paolo sull'evoluzione dinamica e collisionale degli asteroidi e sulle famiglie di Hirayama.

Paolo era anche molto attivo nel processo di disarmo internazionale: era membro del Consiglio Scientifico dell'Unione degli Scienziati per il Disarmo (USPID), del Committee of the Forum on the Problems of Peace and War e delle Pugwash Conferences on Science and World Affairs.

Parlare di tutte le ricerche di Paolo richiederebbe molto più spazio e uno studio molto accurato, che non quanto disponibile in una pagina web. La produzione scientifica di Paolo è vastissima, al punto che viene da chiedersi cosa sarebbe stato lo studio degli asteroidi senza il suo contributo. C'è da augurarsi che venga presto realizzata una raccolta dei suoi scritti più importanti. Di seguito, c'è quindi solo un breve e sommario elenco di alcuni lavori di Paolo. Per i suoi articoli si può effettuare una ricerca con l'Astrophysical Data Service della NASA, da cui è possibile scaricare anche molti reprints.

Senza dubbio la ricerca che più ha appassionato Paolo, e di cui forse andava molto fiero (al punto da essere affettuosamente preso in giro da alcuni colleghi), era quella sull'effetto Yarkovsky, realizzata in collaborazione con David Vokrouhlicky. Il risultato principale si può riassumere nel fatto che questo effetto agisce su asteroidi fino a circa 20 km di diametro, causandone la deriva del semiasse maggiore fino a quando non "cadono" nelle risonanze che li trasportano verso Marte o nello spazio circostante la Terra (P. Farinella e D. Vokrouhlicky, Semimajor axis mobility of asteroidal fragments. Science 283, 1999, 1507). Lo studio dell'effetto Yarkovsky rappresenta forse l'apice di una vita di ricerche sulla dinamica interplanetaria e l'evoluzione collisionale degli asteroidi. Ha indagato sia gli oggetti della fascia principale, sia quelli della fascia di Edgeworth-Kuiper, sia quelli localizzati nei punti lagrangiani.

Degli studi di cui sopra, una particolare attenzione è stata dedicata al trasporto di meteoriti, e anche oggetti più grossi, verso la Terra. In particolare, Paolo ha sempre seguito le spedizioni a Tunguska sin dalla prima nel 1991. Come racconta Giuseppe Longo, Tunguska era per Paolo un mito della gioventù e gli dispiaceva che la salute gli impedisse di partecipare alle spedizioni. Nonostante questo, Paolo fu un infaticabile braccio destro nell'organizzazione della conferenza internazionale Tunguska96 e aveva già iniziato a collaborare anche con la spedizione Tunguska99. Avrebbe dovuto fare una comunicazione in proposito a ACM99, ma il cuore glielo ha impedito.

Inoltre, Paolo studiò l'evoluzione dinamica degli asteroidi in relazione al pericolo di impatto con la Terra. Basti pensare ai numerosi articoli su Eros: per una curiosa coincidenza, proprio lo scorso 14 febbraio, mentre Paolo inziava il suo ultimo calvario, la sonda NEAR entrava in orbita stabile intorno a Eros. Paolo studiò anche il flusso di corpi tipo Tunguska dalla fascia principale verso la Terra, stimando la frequenza di impatto in uno per secolo, e la dinamica interplanetaria dei bolidi più luminosi, scoprendo una discrepanza nella valutazione delle caratteristiche fisiche di questa popolazione, se valutata in base alla traiettoria in atmosfera oppure secondo l'evoluzione orbitale.

Paolo si dedicò inoltre alle collisioni iperveloci, sia di asteroidi contro altri asteroidi, sia di detriti spaziali contro i satelliti artificiali. In particolare, aveva recentemente dimostrato che con le costellazioni di satelliti il rischio di impatto aumentava in modo tangibile.


Qualche ricordo personale... Conobbi Paolo nell'aprile del 1997 in occasione del convegno annuale della Società Astronomica Italiana, che quell'anno si teneva a Bologna, presso l'Area della Ricerca del CNR. Avevamo avuto occasione di scambiarci qualche messaggio di posta elettronica e così approfittai del suo passaggio a Bologna per andare a conoscerlo di persona. Dopo la sua relazione, Paolo decise di tornare alla foresteria dell'Università, dove alloggiava, e lo accompagnai. Facemmo una lunga passeggiata, discutendo di planetologia e, in particolare, gli raccontai del mio lavoro recente. In quei tempi, mi trovavo in un momento molto difficile per la mia attività di ricercatore e Paolo lo comprese subito. Non ci pensò due volte e mi invitò a Pisa per tenere un seminario sugli impatti di meteoroidi con i satelliti artificiali. Cosa che avvenne circa un mese dopo [L. Foschini: Probabilità di impatto di meteoroidi con i satelliti artificiali. Istituto CNUCE, CNR, Pisa, 14 maggio 1997.].

Quel seminario, e ciò che ne seguì, rappresentano per me una tappa importante: per la prima volta, c'era qualcuno che aveva fiducia nelle mie ricerche, che le riteneva interessanti al punto da spendere qualche lira per farmi fare un seminario. Paolo fu il primo a avere fiducia nelle mie ricerche, a trasmettermi la sua fiducia, a incentivarmi a continuare. Già due volte avevo dovuto rincominciare da zero in seguito a scelte sbagliate e non so se senza Paolo avrei trovato la forza di rincominciare una terza volta. Per questo non gli sarò mai grato a sufficienza.

Di lì a poco, Paolo mi coinvolse in una ricerca sulla dinamica interplanetaria dei bolidi più luminosi, qualcosa di simile all'articolo scritto nel 1995 con Tadeusz Jopek, Christiane Froeshlé e Robert Gonczi (T.J. Jopek et al., Long-term dynamical evolution of the brightest bolides. Astronomy and Astrophysics 302, 1995, p. 290). In questa nuova ricerca, oltre a me, si aggiunse anche Patrick Michel. La ricerca terminò nel giugno 1999, proprio poche settimane prima del suo malore, e i risultati sono stati pubblicati nel gennaio di quest'anno (L. Foschini et al., Long-term dynamics of bright bolides. Astronomy and Astrophysics 353, 2000, p. 797). Inoltre, sempre grazie a Paolo, nel marzo 1999 iniziai a collaborare con Giuseppe Longo e la spedizione scientifica Tunguska99.

Lo scorso autunno, quando ero alla ricerca di un posto di lavoro, Paolo mi aiutò suggerendomi di concorrere per le borse di studio dell'ESA, richiedendo di trascorrere un periodo all'Osservatorio Astronomico di Nizza. A questo proposito scrisse anche una lettera di presentazione, nonostante avesse a disposizione solo carta e penna. Quando però seppe che avevo vinto il posto al TeSRE [oggi INAF/IASF-Bologna], fu ancora lui a chiedermi di rimanere in Italia. A Paolo non potevo dire di no, e certo non perché stava male.

In quei giorni di primavera del 1997, nacque anche un'intensa corrispondenza via email, che si è protratta fino agli ultimi tempi, alternandosi con una corrispondenza epistolare, quando il computer non era accessibile. L'ultima sua nota mi arrivò il 3 febbraio, tramite Mario Carpino; l'ultima lettera che gli ho spedito è datata 13 febbraio 2000. Forse non l'ha mai letta.

Nella nostra corrispondenza abbiamo discusso di tutto, non solo di scienza. Paolo spesso mi dava utili consigli per interpretare quelle "regole non scritte" dell'ambiente della ricerca, impedendomi di fare più fesserie di quante non ne facessi abitualmente. Ripensando ai suoi consigli, mi vengono in mente i versi di Dante all'inizio del decimo canto dell'Inferno:

Or sen va per un secreto calle,
tra 'l muro de la terra e li martíri,
lo mio maestro, e io dopo le spalle.
"O virtù somma, che per li empi giri
mi volvi", cominciai, "com'a te piace,
parlami, e sodisfammi 'a miei disiri.

Ci si scambiava consigli di buone letture, sia libri, sia articoli; si discuteva sulle guerre e sul disarmo. Ogni tanto ci trovavamo su posizioni nettamente divergenti, ma con Paolo potevi discutere anche se non eri della sua opinione. E lui non voleva certo obbligare nessuno a pensarla come lui, anche se era fermamente convinto delle proprie idee.

Inoltre, si parlava anche di come si fa scienza, discussione che si è protratta fino agli ultimi tempi. E proprio in una di queste ultime lettere, datata 13 agosto 1999, Paolo raccontava il suo modo di vedere la scienza:

[...] Ti rispondo in modo un po' troppo breve e schematico a proposito della discussione su come si fa il lavoro scientifico. Intanto, io ho l'impressione che ci sia una grandissima variabilità di approcci soggettivi, un po' come nell'arte. Per quanto mi riguarda, io dipendo molto dalla lettura della letteratura, cioè dal seguire il lavoro degli altri, le ultime novità ecc. (anche tramite i convegni); ogni tanto, mi vengono in mente dei collegamenti "imprevisti" fra problemi o argomenti che di solito vengono considerati separatamente, e allora comincio a esplorarne le conseguenze. Molto spesso, non ho le competenze "tecniche" (fisiche, matematiche o numeriche) per andare avanti da solo, e allora cerco di coinvolgere qualche collega (normalmente più giovane) nello sviluppo del lavoro. Alla fine, mi piace anche curare la presentazione scritta ed orale, in modo da rendere l'articolo più facilmente leggibile o digeribile per altri che lavorino con me. Altre volte, specie quando interagisco con colleghi coetanei, o più anziani, cerco di discutere in modo approfondito i problemi aperti, i punti oscuri, i modelli alternativi ecc., e di cercare di identificare i vari step di una via che potrebbe portare a chiarire le cose. Non sempre funziona, ma spesso almeno i termini dei problemi diventano più definiti e più chiari. Ci vorrebbero altri esempi, lo so, ma in questo momento anche scrivere mi stanca un po'...
Un'ultima cosa: concordo con te sull'aspetto "conviviale" di molte occasioni di lavoro scientifico, ma penso che la sua importanza non stia tanto nei discorsi che si fanno, quanto nella possibilità di stabilire rapporti umani e amicizie con persone di origine ed esperienze diverse, ma con qualche interesse in comune (anche una buona padronanza dell'inglese serve molto per questo!). È questo secondo me uno dei grandi privilegi del lavoro scientifico, che arricchisce da molti punti di vista. Per me, l'amicizia e anche la collaborazione (almeno potenziale) con decine di colleghi sparsi per il mondo è un elemento di grande gioia e rassicurazione - anche, ma non solo, in circostanze particolari come le attuali.[...]



Ricordiamoci dunque del Paolo che abbiamo conosciuto, che vediamo in una foto all'ultimo congresso cui partecipò, quello di Torino (IMPACT, 1-4 giugno 1999). Ricordiamocelo così, in mezzo ai suoi amici, che hanno avuto l'onore e la gioia di conoscerlo. È incredibile che una persona con un cuore così grande abbia avuto proprio nel cuore il suo punto debole. Grazie Paolo, grazie per quanto hai fatto.

martedì 23 marzo 2010

Centenario morte di Schiaparelli

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G.V. Schiaparelli (1835-1910)


Quest'anno ricorre il centenario della morte di Giovanni Schiaparelli (4 luglio 1910), l'astronomo italiano noto soprattutto per le sue ricerche su Marte. Osservando il pianeta rosso dal telescopio dell'Osservatorio di Brera, scoprì delle strutture che chiamò "canali", pensando a canali di formazione naturale. Quando le sue ricerche furono tradotte in inglese, un errore generò un effetto "domino". Infatti, in inglese esistono due parole per canale: channel per canale naturale, mentre nel caso di strutture artificiali, la parola è canal. L'errore fu appunto tradurre con canal i canali naturali di Schiaparelli. Il fatto di osservare canali artificiali su Marte, generò quindi la prima idea di "marziani" e quello che ne derivò è ormai noto.

Comunque, qui mi preme segnalare che l'Osservatorio di Brera ha attivato un blog:

http://centenarioschiaparelli.blogspot.com/

dedicato a Schiaparelli, dove vengono riportate notizie varie sull'astronomo italiano, tra cui anche le trascrizioni degli appunti presi durante le osservazioni.

Aggiunta 26 Marzo: C'è anche questa pagina più completa:

http://www.brera.inaf.it/schiaparelli/index.html

sabato 20 marzo 2010

L'Equinozio di Primavera - Il giorno in cui la luce sconfigge il buio!

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Il 20 marzo, precisamente alle ore 18e28 tempo locale, si celebra l’Equinozio di Primavera, uno dei quattro momenti astronomici che scandiscono il susseguirsi delle stagioni. Nell'aequus nox (da cui deriva il termine equinozio), il dì e la notte hanno la stessa durata e da questa giornata in avanti le ore di luce di un giorno superano le ore di oscurità, continuando a crescere fino al Solstizio d'Estate. Il 20 marzo segna quindi l'inizio della "metà chiara dell'anno" e nella cultura popolare rappresenta l'inizio della stagione della rinascita. La Primavera era per gli uomini antichi la stagione degli accoppiamenti rituali, delle nozze sacre in cui il Principio maschile e quello femminile si accoppiavano per propiziare la fertilità. Si accendevano dei fuochi rituali (Lom a Merz) e più a lungo ardevano più fruttifera sarebbe stata la terra.Il periodo che dal Solstizio d'Inverno porta all'Equinozio di Primavera, dall'antichità ai nostri giorni, è all'insegna di feste di tipo opposto. Il Carnevale e la Mezzaquaresima o Segavecchia, di tipo allegrotto, la Candelora, le Ceneri e la Quaresima per ricordarci che non siamo fatti di sola carne... Forse per sostituire gli antichi riti pagani, nel 325 d.C. il Concilio Cattolico di Nicea stabilì che la solennità della Pasqua sarebbe stata celebrata "nella domenica seguente il primo plenilunio dopo l'Equinozio di Primavera", legandola di fatto a questo evento astronomico.

Astronomicamente parlando, all'Equinozio di Primavera il Sole, visto dalla Terra, attraversa il piano dell'Equatore Celeste in un punto detto Punto Gamma (una volta denominato anche Punto d'Ariete). Per effetto del moto di precessione dell'asse terrestre e come è visibile nell'immagine a fianco realizzata con Starry Night, il punto gamma non si trova più nella costellazione dell'Ariete ma è "preceduto" verso la costellazione dei Pesci e tra circa 600 anni entrerà nell'Acquario (vedere: http://antaresnotizie.blogspot.com/2007/03/lera-dellacquario-speriamo-arrivi.html). Il terminatore, la linea di demarcazione fra luce e buio, passa esattamente per i due poli geografici terrestri, per cui in tutti i luoghi della Terra ci sono 12 ore di luce e 12 ore di buio. Nel suo passaggio al meridiano, il Sole si trova allo zenit all'Equatore, mentre in ogni altro luogo della superficie terrestre raggiunge un'altezza sopra l'orizzonte pari a (90°-latitudine luogo); nel nostro caso (90° - 44°08') = 45°52'.Vedere in proposito: http://it.wikipedia.org/wiki/EquinozioNei giorni che precedono e seguono l'Equinozio di Primavera, le ore di luce aumentano con la massima velocità: quasi 3 minuti ogni giorno.

lunedì 15 marzo 2010

L'Osservatorio Astronomico di Pechino

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Pubblico questo bel post per conto di Daniele Mecati.


La moderna barbarie che fa scempio degli arredi, dei libri e dei documenti dei nostri nonni buoni solo come oggetti da distruggere o nella migliore delle circostanze da vendere a qualche rigattiere, ha fatto si che un amico troppo pigro per usare la macchina fotografica mi chiamasse a visionare un album fotografico “Ricordi della Cina “ poche ore prima di dividerlo in tanti lotti da vendere in asta in Ebay. Cosa puntualmente già avvenuta. Ho cercato di interessare l’Ufficio Storico della Marina, ma i telefoni suonano sempre a vuoto e solo dopo molti giorni ho trovato un tizio addormentato, non so cosa avesse fumato...
L’album è un imponente, raro e monolitico documento dell’esperienza di un fante della Regia Marina amante della fotografia, acculturato ed elegante nella scelta dei temi e delle immagini in forza al battaglione San Marco nella sua missione in Cina dal 1925 al 1927, non si è mai svelato in nessuna immagine ed in nessun commento o didascalia.
L’Italia aveva a Tientsin un territorio in concessione ai residenti italiani e vi avevano sede molti interessi commerciali.
Il battaglione San Marco era presente con 300 militari (3 compagnie) sui 1500 della guarnigione, il territorio in concessione era abbastanza vasto da comprendere anche zone di utilizzo di una batteria di artiglieria da 76mm a cui occorre uno spazio di 6/7 Km per essere utilizzata a fuoco .
I soldati godettero di una buona libertà di movimento ed ebbero modo di visitare molte località.
In questi itinerari visitarono, e il nostro fotoamatore documentò con alcuni scatti, l’antico Osservatorio Astronomico di Pechino.
Ho verificato in Internet e nonostante le guerre, la rivoluzione culturale, le carestie e quanto in tutti questi anni è accaduto in Cina, l’Osservatorio è ancora al suo posto.
Non so invece nulla delle belle costruzioni realizzate dagli Italiani a Tientsin, un intero quartiere con piazze e viali circondati da case e costruzioni di rappresentanza.
L’Osservatorio venne realizzato nel 1442 Dinastia Ming, gli strumenti sono unici al mondo ed ancora funzionanti.
Ho fotografato tutto l’album, ne ho mandato una copia all’ufficio Storico Nazionale e ad alcuni amici che si occupano di ricerche di storia Militare. Non volevo che andasse disperso.
Daniele Mecati

giovedì 11 marzo 2010

Appuntamento con le Stelle al Liceo Scientifico di Lugo

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C’è grande attesa per la conferenza di domani sera, 12 marzo, al Liceo Scientifico “Gregorio Ricci Curbastro” di Lugo in occasione del tradizionale appuntamento con le stelle SERANTARES.
Il giovanissimo ingegnere aerospaziale, nonché socio dell’associazione, Riccardo Ravaglia racconterà la sua esperienza vissuta all’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, dove ha sviluppato un progetto per lo studio del campo magnetico terrestre.


Titolo della conferenza:
Esperimento COMPASS: il campo magnetico terrestre


Riccardo, naturalmente affiancato da Serena Donati, altra componente del team che ha lavorato al progetto COMPASS, ci racconterà come è nata l’idea del progetto, le difficoltà che hanno dovuto superare, il lavoro ingegneristico che ha prodotto la piccola sonda, le emozioni del lancio e del breve volo nella bassa atmosfera terrestre. Volete sapere come è andata a finire?... Vi aspettiamo domani sera, alle ore 20e45 nell’aula magna del Liceo Scientifico.
Non potete mancare!

Per chi volesse documentarsi, potete visitare il sito costruito appositamente: http://www.compassteam.altervista.org/Sito_3/Welcome.html

martedì 2 marzo 2010

Eventi del mese - Marzo 2010

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Questi i principali eventi astronomici del mese di marzo 2010.

Luna
7 marzo: ultimo quarto di Luna (ore 16e41 tempo locale)
Distanza Terra-Luna: 399.765 km
Dimensione apparente della Luna: 30'41"
15 marzo: Luna nuova (ore 22e01 tempo locale)
Distanza Terra-Luna: 405.206 km
23 marzo: primo quarto di Luna (ore 11e59 tempo locale)
Distanza Terra-Luna: 373.296 km
Dimensione apparente della Luna: 32'31"
30 marzo: Luna piena (ore 04e25 tempo locale)
Distanza Terra-Luna: 362.382 km
Dimensione apparente della Luna: 33'10"

Piogge meteoriche
Nessuna di particolare rilevanza.

Pianeti
Mercurio
a inizio mese precede di poco il sorgere del Sole, per cui non è osservabile. Il 14 marzo si trova in congiunzione superiore e, passando a sinistra del Sole, diviene stella della sera. Inizia così un ottimo periodo di visibilità per il pianeta più interno del Sistema Solare, anche se bisogna aspettare fine mese per averlo ad almeno 10-12 gradi dalla nostra stella. Grazie alla vantaggiosa inclinazione dell’eclittica ad ovest e alla vicinanza del più luminoso Venere, sarà facilmente rintracciabile dagli ultimi giorni di marzo fino alla prima metà di aprile, anche nei cieli chiari del tramonto.
Venere, pur faticando ad allontanarsi dal Sole, offre un saggio della sua lunghissima presentazione serale che dominerà i cieli al tramonto verso ovest fino al mese di ottobre. Nonostante la sua magnitudine rimanga inalterata, e comunque di poco inferiore a -4, non dovrebbe essere difficile scorgerlo a fine mese quando si viene a trovare a quasi 20 gradi dalla nostra stella.
Marte indugia per tutto il mese a metà strada tra Polluce, la stella più luminosa dei Gemelli, e M44, l’ammasso aperto nella costellazione del Cancro. La sua luminosità crolla da -0,59 di inizio mese a +0,15 di fine mese, quando ormai il suo diametro angolare si è ridotto da rendere difficile scorgere particolari significativi sulla sua superficie.
Giove, passata la congiunzione di fine febbraio, si allontana velocemente dal Sole. A fine mese si trova ben 23 gradi ad ovest dalla nostra stella; tuttavia non è facile scorgerlo mentre albeggia verso sud-est, dal momento che si alza pochi gradi sopra l’orizzonte.
Saturno è il protagonista del mese. Il 22 marzo è all’opposizione e si trova a poco meno di 1,3 miliardi di chilometri dalla Terra. Si muove di lento moto retrogrado nella parte occidentale della costellazione della Vergine dove brilla con magnitudine +0,6.
Urano è praticamente inosservabile. Il 17 marzo si trova in congiunzione con il Sole.
Nettuno si allontana velocemente dal Sole e a fine mese si trova ad oltre 40 gradi dalla nostra stella; tuttavia non è facile osservarlo a sud-est poco prima dell’alba, dal momento che rimane piuttosto basso sull’orizzonte.

Altri fenomeni
1 marzo: la Luna praticamente piena (fase calante al 98%) sorge insieme a Saturno attorno alle 19e30 nella parte occidentale della costellazione della Vergine.
4 marzo: bella congiunzione Venere-Urano, con quest’ultimo ad meno di 1 grado dal luminoso compagno, ad ovest al tramonto del Sole. Osservazione difficile per la vicinanza della nostra stella.
8 marzo: congiunzione Mercurio-Giove. Il pianeta più piccolo del Sistema Solare si viene a trovare a poco più di 1 grado dal pianeta più grande. Osservazione quasi impossibile dal momento che il Sole si trova ad appena 6 gradi di distanza.
20 marzo: Equinozio di Primavera. In tutti i luoghi della Terra dì e notte durano esattamente 12 ore
20 marzo: dopo il tramonto uno spicchio di Luna crescente (fase al 23%) disposta “a barchetta” sembra accogliere le Pleiadi, non troppo distanti.
30 marzo: tra est e sudest, Spica e Luna piena sorgono praticamente insieme alle ore 19e30. E’ il primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera, quello che fissa la domenica di Pasqua al 4 aprile. E’ primavera vera speriamo… dopo tanto inverno!

Attività Antares
Venerdì 12 marzo: Serantares
Liceo Scientifico di Lugo – ore 20e45

Esperimento COMPASS: il campo magnetico terrestre
Conferenza di Riccardo Ravaglia, ingegnere aerospaziale, che racconta la sua esperienza e la sua collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea.
(seguirà locandina)



By Daniela e Angelo